7.06.2013

Loro rubano, i lavoratori pagano

Le lavoratrici della Dussmann in lotta

È l’ottobre del 2010 quando esplode lo scandalo del buco finanziario dell’ASL1 di Massa Carrara: 300.000.000 di euro spariti nel nulla. O quasi. Tra fattura false e giri contabili strani con aziende compiacenti, parte di questi soldi finiscono nelle tasche di dirigenti dell’Azienda Sanitaria. Crolla il castello, tra denunce ed esoneri. Per questo il direttore amministrativo verrà condannato a 5 anni e 6 mesi. Ma non è l’unico che l’ha pagata.

Cambiano i dirigenti, arriva il nuovo direttore, Maria Teresa De Lauretiis, con l’incarico di risanare il buco. E cosa fa il gran genio della finanza? Comincia a tagliare i servizi.
E così arriviamo a oggi, con 22 lavoratrici della Dussmann Service per le quali è stata aperta la procedura di mobilità e con un reale rischio di licenziamento per 50 del 168 lavoratrici dell’azienda
Tutto ha inizio con l’ultima spending review dell’ASL1, quella di febbraio 2013, con la quale viene deciso un taglio del 4% dell’appalto che la Dussmann ha con l’ASL con la possibilità di un ulteriore 3% legato alla chiusura di alcuni spazi del servizio sanitario.
Misteriosamente, il monte ore da tagliare si trasforma, nel passaggio da ASL a Dussmann, nel 20% circa.
La Dussman Service Italia è una azienda del Dussmann Group che offre servizi specialisti per enti pubblici. In sostanza si occupa di sanificazione e ristorazione, cioè organizza e gestisce mense e pulizie.
Ha un contratto per la fornitura di questi servizi con l’ASL1 per i quattro ospedali della provincia (Carrara, Massa, Pontremoli e Fivizzano).
In totale 168 dipendenti, quasi tutte donne e con contratti part-time a 24 ore settimanali, con uno stipendio medio di 500 euro.
Per questo, l’ASL1 paga alla Dussmann 400.000 euro al mese (2.380 euro a dipendente), cifra rimasta praticamente invariata dopo l’applicazione della spending review per l’applicazione dell’adeguamento Istat  pari al 4.2%.
Insomma, un taglio drastico a quello che è un servizio importante in una struttura sanitaria, la sanificazione, e che rientra in una logica di speculazione selvaggia attuata in un settore delicato come quello della sanità.
Il taglio delle ore era già cominciato qualche anno fa.
Raccontano le lavoratrici che mentre prima per pulire una terapia intensiva avevano cinque ore, ora lo devono fare in due e mezzo, e per una sala operatoria si è passati dalle 3 ore a un’ora e mezza. Lavorano con orari impossibili e spesso i materiali per le pulizie sono carenti.
A tutto ciò, si aggiunge l’ulteriore taglio che l’azienda avrebbe intenzione di fare ora.
In questa situazione, le lavoratrici decidono di scendere in sciopero e il 10 giugno fanno il loro primo presidio di fronte all’ospedale di Carrara per portare a conoscenza la popolazione della situazione in cui vive l’igiene della struttura sanitaria locale e con un corteo improvvisato, a metà mattinata, si portano sotto al palazzo comunale.
Inizia una trattativa tra lavoratrici, Dussmann e ASL, ma rimane bloccata dalla mancanza di un dato certo sul taglio da fare. L’ASL sostiene che il taglio previsto nella spending review è del 4+3%, mentre la Dussmann afferma che il taglio comunicatogli dall’azienda sanitaria è maggiore, e quindi giustificherebbe la riduzione di 865 ore lavorative. E mentre, tra varie dichiarazioni più o meno ufficiali fatte ai quotidiani, non salta fuori uno straccio di documento dal quale si possa capire la cifra esatta, le lavoratrici della Dussmann rimangono lì, in un limbo, beffa su beffa in una condizione drammatica, già sfruttate prima e ancor di più ora, con una totale mancanza di rispetto.
L’ASL1, con i suoi nuovi vertici, per ripianare il buco creato da spese incontrollate e ladrocini, non ha saputo fare di meglio che ridurre servizi essenziali per una comunità. Altre vertenze sono in corso, dal CUP alla ristorazione e alla logistica.
Si aggiunga che a fine 2014 entrerà in funzione il Nuovo Ospedale Apuano, con la chiusura delle 4 strutture provinciali. La Dussmann, come altre aziende con appalti collegati agli ospedali, si stanno già preparando a questo evento, cominciando ora a tagliare quel personale che ritengono in esubero, a discapito non solo di chi in quelle aziende lavora, ma di tutta popolazione che dei loro servizi deve usufruire.
Come USI Carrara, siamo vicini alle lavoratrici in lotta. Una lotta che travalica i confini della sola difesa del posto di lavoro, ma si va a inserire in un ambito più ampio e riguarda i servizi ai cittadini, sempre più ridotti da una politica cieca e distaccata dai bisogni della popolazione. Una politica che non esita a tagliare e ridurre pur di mantenere il proprio privilegio.

USI/AIT sez. Carrara

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