Crediamo che non sia affatto necessario fare sindacato, essere militanti, oppure elaborare enormi tesi e documenti per rendersi conto dell'enorme portata del disastro sociale a cui siamo sottoposti sia come cittadini che come lavoratori. La situazione che stiamo vivendo come lavoratori della sanità è estremamente drammatica. L'aggressione delle aziende attraverso i propri dirigenti e delle
istituzioni è sempre più palese e crediamo sia indispensabile iniziare a dare un segnale forte e diretto sia ai lavoratori che alle aziende. In questo contesto crediamo che la gravità degli eventi avvenuti al S. Paolo di Milano, ma soprattutto la risposta che i lavoratori hanno saputo dare, possa essere di esempio su come impostare il nostro percorso all'interno dei posti di lavoro, che non può più essere di mediazione con le dirigenze. Crediamo che quanto avvenuto a Milano non sia altro che il preludio di quanto avverrà in un futuro ormai prossimo anche in tutte le altre aziende. Le dirigenze aziendali rappresentano sempre più palesemente l'espressione degli interessi politici nei territori a discapito del servizio. Non è più tollerabile che si chiedano sacrifici e si facciano tagli sempre più selvaggi per risanare quei bilanci che essi stessi hanno provocato. Entro la fine dell'anno rischiano di sparire 17 000 strutture sanitarie dal territorio nazionale. Proprio così,In tutto rischiano di sparire da Nord a Sud 17.160 strutture, tra cui ben 11.173 territoriali. Tutto ciò Significa che i cittadini dovranno rinunciare a tutti quei servizi fondamentali i quali sono un diritto inviolabile. Reparti ospedalieri completamente dimezzati, ambulatori e distretti soppressi. Consultori cancellati.
Questa è cura imposta dalla politica per risanare i loro deficit e i loro disastri.
I continui tagli alla sanità sono uno scempio. I continui tagli al personale delle
pubbliche amministrazioni stanno progressivamente peggiorando la qualità dei servizi
pubblici che vengono erogati. I ripetuti tagli agli organici obbligano le
amministrazioni a una continua attività di revisione degli assetti organizzativi che
impedisce il consolidamento di procedure, competenze e professionalità, con
inevitabili, negativi riflessi sulla quantità e qualità dei servizi erogati. Coloro
che pagano il conto di questo massacro sociale sono i pazienti, sono soprattutto i
più deboli, i quali usufruiscono delle strutture territoriali in primo luogo. sui
tavoli degli assessorati alla sanità è arrivato un documento approvato lo scorso 26
marzo dai ministeri della salute e dell'economia e dalle Regioni. Questo documento è
il piano, inviato dal dipartimento della programmazione e dell'ordinamento del
servizio sanitario nazionale, il quale indica gli standard su cui le regioni devono
attenersi in merito alle strutture le strutture territoriali cosiddette semplici,
come i day hospital, i sert e i consultori famigliari, e quelle complesse, come i
reparti ospedalieri o territoriali di medicina e chirurgia.
La criticità e la vergogna di una sanità ridotta all'esaurimento portando dietro di
se la drammaticità reale e il degrado dei cittadini che hanno problemi di salute. È
ormai giunto il momento di far sentire la nostra voce in maniera forte e diretta.
Nessun taglio, ma potenziamento delle strutture sanitarie, dei presidi territoriali!
Basta sprechi di denaro pubblico!!
Assunzioni immediate per garantire un qualità efficace del servizio!
UNIONE SINDACALE ITALIANA - SANITÀ
Sezione Italiana dell'Association Internationale des Travailleurs (A.I.T.)
FEDERAZIONE NAZIONALE SANITÀ
Presso sede COBAS/USI - Careggi Via delle Oblate 1
50146 Firenze
Per info e contatti Tel 331 6329028 - FAX 05579447116
usisanita.segreterianazionale@ gmail.com
istituzioni è sempre più palese e crediamo sia indispensabile iniziare a dare un segnale forte e diretto sia ai lavoratori che alle aziende. In questo contesto crediamo che la gravità degli eventi avvenuti al S. Paolo di Milano, ma soprattutto la risposta che i lavoratori hanno saputo dare, possa essere di esempio su come impostare il nostro percorso all'interno dei posti di lavoro, che non può più essere di mediazione con le dirigenze. Crediamo che quanto avvenuto a Milano non sia altro che il preludio di quanto avverrà in un futuro ormai prossimo anche in tutte le altre aziende. Le dirigenze aziendali rappresentano sempre più palesemente l'espressione degli interessi politici nei territori a discapito del servizio. Non è più tollerabile che si chiedano sacrifici e si facciano tagli sempre più selvaggi per risanare quei bilanci che essi stessi hanno provocato. Entro la fine dell'anno rischiano di sparire 17 000 strutture sanitarie dal territorio nazionale. Proprio così,In tutto rischiano di sparire da Nord a Sud 17.160 strutture, tra cui ben 11.173 territoriali. Tutto ciò Significa che i cittadini dovranno rinunciare a tutti quei servizi fondamentali i quali sono un diritto inviolabile. Reparti ospedalieri completamente dimezzati, ambulatori e distretti soppressi. Consultori cancellati.
Questa è cura imposta dalla politica per risanare i loro deficit e i loro disastri.
I continui tagli alla sanità sono uno scempio. I continui tagli al personale delle
pubbliche amministrazioni stanno progressivamente peggiorando la qualità dei servizi
pubblici che vengono erogati. I ripetuti tagli agli organici obbligano le
amministrazioni a una continua attività di revisione degli assetti organizzativi che
impedisce il consolidamento di procedure, competenze e professionalità, con
inevitabili, negativi riflessi sulla quantità e qualità dei servizi erogati. Coloro
che pagano il conto di questo massacro sociale sono i pazienti, sono soprattutto i
più deboli, i quali usufruiscono delle strutture territoriali in primo luogo. sui
tavoli degli assessorati alla sanità è arrivato un documento approvato lo scorso 26
marzo dai ministeri della salute e dell'economia e dalle Regioni. Questo documento è
il piano, inviato dal dipartimento della programmazione e dell'ordinamento del
servizio sanitario nazionale, il quale indica gli standard su cui le regioni devono
attenersi in merito alle strutture le strutture territoriali cosiddette semplici,
come i day hospital, i sert e i consultori famigliari, e quelle complesse, come i
reparti ospedalieri o territoriali di medicina e chirurgia.
La criticità e la vergogna di una sanità ridotta all'esaurimento portando dietro di
se la drammaticità reale e il degrado dei cittadini che hanno problemi di salute. È
ormai giunto il momento di far sentire la nostra voce in maniera forte e diretta.
Nessun taglio, ma potenziamento delle strutture sanitarie, dei presidi territoriali!
Basta sprechi di denaro pubblico!!
Assunzioni immediate per garantire un qualità efficace del servizio!
UNIONE SINDACALE ITALIANA - SANITÀ
Sezione Italiana dell'Association Internationale des Travailleurs (A.I.T.)
FEDERAZIONE NAZIONALE SANITÀ
Presso sede COBAS/USI - Careggi Via delle Oblate 1
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