12.09.2012

Convegno sull'USI a Parma promosso dalla FDV (leggi CGIL)


Abbiamo saputo in modo assolutamente casuale di questo convegno storico sull’USI-AIT a Parma, per ricordare il centenario dell’USI stessa. Inutile dire che da parte degli organizzatori (laFondazione Di Vittorio, emanazione “culturale” della CGIL) ci saremmo aspettati almeno un cenno: di solito, per rispetto ed educazione, funziona così. Non ci vengano a dire che è solo un convegno storico, perché allora non si capisce che c’entrino i segretari della CGIL e il Presidente della Provincia PD. Comunque, che non ci abbia informati la CGIL…è fin troppo ovvio! Infatti, i rapporti tra noi e la CGIL, sigla “sindacale” a cui si richiama la Fondazione fin dal suo nome, sono pessimi, e lo diciamo con orgoglio: vuol dire che stiamo lavorando con coerenza!


Elencare i vari screzi avuti con la CGIL a Parma, sarebbe cosa molto lunga, ci possiamo limitare ad alcuni episodi degli ultimi anni: tentativo, direttamente in questura (!), di impedire il percorso del corteo del sindacalismo di base (indetto dall’USI) qualche anno fa per “motivi di ordine pubblico (e lo facemmo comunque, e meglio di loro); impedimento alla sezione USI di partecipare alle elezioni RSU presso una nota ditta alimentare di Parma, con tanto di lungo contenzioso; tentativo (vano) di impedire che la rappresentanza USI (che raccoglieva il consenso del 100% dei lavoratori nel servizio per disabili in questione) trattasse con due coop. sociali provenienti da fuori città al momento del cambio appalto; azione continua per vanificare in una nota “coop.” locale ogni accordo sindacale ottenuto in precedenza, per l’unico scopo di toglierci visibilità a scapito del peggioramento per i lavoratori, mentre era palese la “virtuosa sintonia”, anche con scambi reciproci di personale, tra coop stessa e sindacato; il tentativo di aggressione fisica operato da alcuni loro dirigenti (tra cui l’allora segretario provinciale) contro alcuni militanti USI che volantinavano ai loro colleghi operanti negli asili; ecc.
Sulle politiche nazionali, poco da dire: è palese la complicità della CGIL, aldilà delle apparenze mass mediatiche, nello sgretolamento delle conquiste dei lavoratori, dei loro diritti, della loro esistenza. CGIL è un ente erogatore di servizi, la lotta di classe è altra cosa.
Come i fascisti di Casa Pound immortalano Che Guevara; come Bersani fa campagna elettorale con manifesti con sfondo di Lotta Continua; come la Camusso celebra lo sciopero agrario del 1908 (mentre in realtà la CGIL lo osteggiò); come i sindacati istituzionale e i partiti della “sinistra” si fanno belli con gli avvenimenti delle Barricate antifasciste del 1922 (dimenticando che i partiti da cui sono nati ostacolarono gli Arditi del Popolo), oggi abbiamo la CGIL, attraverso il suo braccio culturale, che ricorda il centenario dell’USI!
In realtà l’USI, storica sigla del sindacalismo rivoluzionario che arrivò a contare, prima di essere attaccata dal fascismo, centinaia di migliaia di aderenti in tutta Italia (e proprio a Parma una delle sue roccaforti) nacque proprio dopo un distacco netto dall’allora CGL ritenuta attendista, poco rivoluzionaria (chiediamo scusa, erano altri tempi..) e troppo legata ai partiti di sinistra riformisti. Oggi, proprio CGIL e PD pretendono di ricordare l’USI. Il nostro centenario l’abbiamo festeggiato il primo maggio, con un corteo e una festa che ha richiamato quasi un migliaio di persone, giovani, lavoratori, disoccupati, immigrati; lo abbiamo festeggiato inviando tir e furgoni a Modena per i terremotati; lo abbiamo festeggiato in questi mesi con le nostre tante lotte e ogni giorno nelle strade e sul lavoro, senza i vantaggi del sindacalismo confederale, ma anche senza le loro ipocrisie, le loro reticenze, i loro compromessi, le loro spartizioni di potere. Da noi non circolano soldi e funzionari, ma solo sudore e passione.
Chiediamo pertanto ai relatori di area libertaria di rifiutarsi di partecipare a questa operazione revisionistica, irrispettosa ed innaturale per l’USI stessa: non basta affermare che è un convegno storico: ci sono occasioni in cui ognuno di noi, per coerenza, deve sapere rifiutare, ed un convegno sull’USI promosso da una Fondazione che si richiama alla CGIL, oggi, proprio a Parma, è una di queste.
L’USI è l’unica sigla sindacale libertaria, orizzontale, assembleare: questa gente nega le nostre idee e le nostre pratiche, nega la nostra storia.
La CGIL a Parma negli ultimi anni è stata ostile, sprezzante, penalizzante per quella stessa sigla sindacale che oggi, in locali istituzionali e quindi da noi lontani, tentano di ricordare strumentalmente. Noi contestiamo questa iniziativa che riteniamo una provocazione, e non ci pare casuale che avvenga proprio a Parma.
L’USI-AIT non ha bisogno di celebrazioni, seppure spacciate per storiche, promosse da chi spartisce il potere. Se hanno rispetto per le nostre idee, i nostri metodi e la nostra storia, lo dimostrino quotidianamente. 
Noi non contestiamo un convegno storico, se fosse puramente tale, ma la manipolazione della storia ad uso e consumo.
Rispetto per noi che ci siamo, rispetto per chi cerca a fatica di costruire autorganizzazione sul posto di lavoro, rispetto per chi non si piega ai complici dei padroni.



Aggiornamento post-convegno:

LA CGIL FESTEGGIA L’USI-AIT
Questa mattina, come promesso, una dozzina di lavoratori turnisti USI-AIT è andata a ringraziare la CGIL per aver organizzato un convegno sull’USI-AIT per il suo centenario senza aver informato ovviamente l’USI-AIT.
Prima dell’iniziativa un gruppo di relatori, alcuni un po’ imbarazzati, altri un po’ preoccupati, è andato a parlamentare con i lavoratori, sotto l’occhio attento di due vetture farcite di digos (in sosta vietata), cercando di spiegare e giustificare le loro scelte, arrivando addirittura ad affermare che la scelta di ricordare il centenario dell’USI-AIT da parte di una Fondazione così importante come la Di Vittorio, proprio a Parma, era un modo per esaltare ancora di più la presenza dell’anarcosindacalismo in città!
Evidentemente, per fare questo, era necessario bypassare gli stessi anarcosindacalisti e rivolgersi agli (storici ed attuali) avversari dell’USI stessa… in realtà, l’iniziativa sottintende un altro disegno, fatto di revisionismo, manipolazione dei fatti storici, che la sinistra istituzionale ha sempre effettuato e che oggi continua col suo stile. A livello locale, come non dimenticare il tentativo di “impossessarsi” del mito dello sciopero agrario del 1908 (che la CGIL osteggiò e il PSI non aiutò) o dei fatti delle Barricate Antifasciste del 1922 (scordando che gli Arditi del Popolo non furono appoggiati da nessuna forza politica e sindacale, nemmeno dai comunisti, contrariamente a quanto fecero gli anarchici). Ma noi non lo abbiamo mai permesso. Oggi, ci si prova anche con l’USI, definita dal Direttore della Fondazione stessa semplicemente come una “scissione della CGIL”: in realtà, se è vero che l’USI nacque da Comitati che uscirono dalla CGIL, la sua parabola fu sempre storicamente profondamente “altra”. Del resto, se così ragionassimo, la stessa CGIL cosa fu se non una scissione settaria e moderata del più vasto movimento di lotta di fine ‘800-inizio’900?
Purtroppo, questa lucidità solidale è mancata ai relatori di area libertaria che si sono prestati a questa provocazione, storica e politica. Non è infatti bastato spiegare loro che così facendo, danneggiavano e negavano solidarietà ai compagni locali che, quotidianamente, vengono attaccati proprio dalla CGIL; non è bastato esplicitare loro il tentativo di riscrittura strumentale della storia che questo tipo d’iniziative rischiavano di fare; non è bastato dire loro che la stessa mancanza di comunicazione ai compagni dell’USI rispetto ad un convegno sull’USI era segnale fortemente irrispettoso: chi in maniera più dialettica nei giorni precedenti il convegno (e questo lo rispettiamo), chi invece evitando di interloquire, per tutti loro la motivazione addotta è che era un convegno storico. Così facendo, hanno dato scarsa importanza alle richieste ed alle spiegazioni dei compagni, dimenticando (?) sia che la Fondazione Di Vittorio è tutto fuorché neutra, sia che la presenza della CGIL e del Presidente della Provincia, oltretutto in un contesto istituzionale, con le nostre idee e pratiche, non c’entravano nulla, e che di storico apportavano ben poco. Quindi, ad un convegno storico sull’USI, la CGIL si invita, l’USI invece no: contraddizioni dei nostri dotti studiosi. Evidentemente, altri interessi erano prevalenti...

A Parma, come era stato spiegato agli stessi relatori considerati di “area libertaria” l’USI per fortuna non è solo un rimando storico, ma una presenza attiva e reale, che ha proprio nella CGIL oppositori determinati. Questo forse da’ fastidio a qualcuno, ma noi non abbiamo intenzione ne’ di farci riscrivere la storia da altri ne’ di sentirci celebrare come fossimo morti. Per questo, lasciati passare i saluti di rito, al momento dell’intervento della Segretaria Generale Provinciale della CGIL, la delegazione USI è entrata nella sala, volantinando il proprio documento ed esponendo uno striscione che recitava  "USI-AIT- 100 anni di autogestione- mai con la CGIL e sempre contro il padrone”. Dopo circa una decina di minuti di presenza, avendo ritenuto che altro da fare non c’era, prima dell’arrivo di altri due solerti digos, i lavoratori sono usciti dalla sala, chi per tornare al lavoro chi per farsi una bevuta in onore dell’USI. 

La contestazione è quindi riuscita, anche se resta lo stato di allerta per questi tentativi di manipolazione storica, lo sdegno per questa voluta mancanza di riguardo e l’amaro in bocca per l’assenza di solidarietà e sensibilità di studiosi di area libertaria, aspetti che invece, nonostante tutto, noi abbiamo comunque dimostrato a loro anche oggi: potevamo anche divertirci di più, stamattina…

USI-AIT PARMA

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