Come sempre, nella loro peggiore tradizione, hanno aspettato il periodo estivo per portare l’ennesimo attacco ai lavoratori, alle lavoratrici e ai ceti più disagiati. Questa trasversale “Banda Bassotti” che siede sulle “poltrone dorate” dei parlamenti, dei consigli d’amministrazione, delle banche nazionali ed internazionali, dei sindacati di Stato, per rispondere ai dettami delle logore e mortifere leggi economiche neoliberiste che hanno miseramente impoverito le classi subalterne di mezzo mondo, ha partorito tra agosto e settembre la cosiddetta “manovra economica”. Non ci addentriamo nei particolari, ormai risaputi, degli effetti delle loro manovre che elenchiamo solo per sommi capi: aumento dell’IVA al 21% che significa aumento dei costi su molti generi anche di prima necessità; blocco salariale dei contratti fino al 2014 (e oltre) nel Pubblico Impiego, con aggiunta di dilazione per 2 anni della
liquidazione e la possibilità di non ricevere la 13°mensilità; costringere le donne, anche nel settore privato, ad andare in pensione a 65 anni con progressione dal 2014 (in seguito tutti a 67); accordi
aziendali peggiorativi rispetto al contratto nazionale e per scavalcare l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori che tutela dai licenziamenti introducendo anche veri e propri metodi e strumenti di
controllo degni del peggior “grande fratello” (videocamere a circuito chiuso, vigilantes privati, controllo diretto ai propri computer, ecc.); riduzione ed eliminazione di molti dei servizi sociali erogati
nei Comuni grazie al taglio dei contributi dallo Stato, ticket da 10€ a 50€ per le prestazioni del servizio sanitario. Risulta evidente che per fare cassa su quanto da loro dilapidato in tutti questi decenni,
hanno pensato bene di andare a rivoltare ulteriormente le sempre più povere tasche della classe lavoratrice. Dove non arrivano con il prelievo fiscale alla fonte dalle buste paga, ci arrivano tagliando la
spesa sociale, i servizi alla persona, ecc. Nessuna menzione ad andare a prendere i soldi là dove ci sono, e tanti: DAI RICCHI!!! Questa manovra economica è un attacco frontale al mondo del lavoro salariato
da attuarsi impoverendolo ulteriormente e privandolo sempre più di ogni diritto di rappresentanza, di esistenza come attivo soggetto collettivo sociale. A conferma di ciò, senza nessun nesso plausibile
con questioni puramente economiche di bilancio, si decreta la fine della contrattazione nazionale collettiva, abbattendo gli ultimi baluardi di difesa dei diritti rimasti. Si sancisce definitiva-mente
il primato dell’impresa su quello del lavoro. Il diritto di sciopero è vanificato da continue leggi restrittive a dimostrazione però che lo strumento dello sciopero, se utilizzato in modo efficace e
determinato, può ancora far paura e male ai padroni! La crisi globale è sempre più crisi di sistema prima ancora che economica e sociale. Il capitalismo e gli Stati al suo servizio sono incapaci di dare risposte
alle necessità concrete del vivere sociale. Banalmente, ma è ancora drammaticamente urgente ribadirlo, il medico e la medicina non possono essere gli stessi che hanno causato la mortifera malattia! Capitale e
Stati, per garantirsi la loro sopravvivenza, hanno dichiarato guerra alle loro classi subalterne. Nessuna mediazione, attuata dalla casta privilegiata dei politicanti e sindacalisti di mestiere, può renderci
giustizia. Troppo spesso, in questi ultimi decenni rassegnati alla sola azione di resistenza, si è continuato a recedere, passo dopo passo, a quanto con tanti sacrifici e lotte conquistato.
È ora di invertire la marcia, di tornare ad essere protagonisti del nostro presente e del nostro futuro come acerrimi nemici delle compatibilità economiche dettate da Stati e Capitale. Non diamo
nessuna delega, non vogliamo nessuna rappresentanza politica in nessuno dei loro Palazzi di cui non sappiamo che farcene. Vogliamo riappropriarci del benessere sociale che noi stessi produciamo con il
nostro lavoro! Vogliamo socializzare e autogestire strumenti, mezzi e metodi di produzione e consumo. Solo così potremmo garantirci il futuro di cui abbiamo diritto!
Al mondo del lavoro salariato e precario proponiamo di lottare nell’immediato per:
• Garantire ad ogni persona una occupazione lavorativa con contratto a tempo indeterminato rifiutando ogni deroga peggiorativa del contratto collettivo nazionale;
• Drastica riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario (lavorare meno – lavorare tutti);
• Abolizione di tutte le leggi che istituiscono la precarietà (“pacchetto Treu” e legge 30);
• Abolizione di tutta la legislazione antisciopero – lo sciopero è uno strumento di lotta dei lavoratori e delle lavoratrici e solo loro possono determinare in quale modo farne uso;
• Nei posti di lavoro dare avvio alla costituzione di comitati di delegati eletti dall’assemblea generale con il solo mandato esecutivo su quanto deliberato dall’assemblea stessa;
• Nei luoghi di lavoro considerati in crisi o in chiusura dar vita a forme di esproprio e di autogestione diretta da parte di chi ci lavora.
NOI LE VOSTRA CRISI E I VOSTRI DEBITI NON LI VOGLIAMO PAGARE!!
COSTRUIAMO, A PARTIRE DAI NOSTRI POSTI DI LAVORO, NELLE STRADE, PIAZZE E QUARTIERI DELLE NOSTRE CITTA’, UN VERO E GRANDE SCIOPERO GENERALE!!!
UNIONE SINDACALE ITALIANA – A.I.T. Sezione di Milano
Sedi: Sez. Ticinese - Via Torricelli 19 tel. 0289415932; Sez.
Martesana - Via Treviso 33 Tel 0289919073 Tel 3406055786 Fax
0240044537 email martesana.mi@usi-ait.org
Siti Web: www.usi-ait.org www.lottadiclasse.org
f.i.p. Milano, ottobr
liquidazione e la possibilità di non ricevere la 13°mensilità; costringere le donne, anche nel settore privato, ad andare in pensione a 65 anni con progressione dal 2014 (in seguito tutti a 67); accordi
aziendali peggiorativi rispetto al contratto nazionale e per scavalcare l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori che tutela dai licenziamenti introducendo anche veri e propri metodi e strumenti di
controllo degni del peggior “grande fratello” (videocamere a circuito chiuso, vigilantes privati, controllo diretto ai propri computer, ecc.); riduzione ed eliminazione di molti dei servizi sociali erogati
nei Comuni grazie al taglio dei contributi dallo Stato, ticket da 10€ a 50€ per le prestazioni del servizio sanitario. Risulta evidente che per fare cassa su quanto da loro dilapidato in tutti questi decenni,
hanno pensato bene di andare a rivoltare ulteriormente le sempre più povere tasche della classe lavoratrice. Dove non arrivano con il prelievo fiscale alla fonte dalle buste paga, ci arrivano tagliando la
spesa sociale, i servizi alla persona, ecc. Nessuna menzione ad andare a prendere i soldi là dove ci sono, e tanti: DAI RICCHI!!! Questa manovra economica è un attacco frontale al mondo del lavoro salariato
da attuarsi impoverendolo ulteriormente e privandolo sempre più di ogni diritto di rappresentanza, di esistenza come attivo soggetto collettivo sociale. A conferma di ciò, senza nessun nesso plausibile
con questioni puramente economiche di bilancio, si decreta la fine della contrattazione nazionale collettiva, abbattendo gli ultimi baluardi di difesa dei diritti rimasti. Si sancisce definitiva-mente
il primato dell’impresa su quello del lavoro. Il diritto di sciopero è vanificato da continue leggi restrittive a dimostrazione però che lo strumento dello sciopero, se utilizzato in modo efficace e
determinato, può ancora far paura e male ai padroni! La crisi globale è sempre più crisi di sistema prima ancora che economica e sociale. Il capitalismo e gli Stati al suo servizio sono incapaci di dare risposte
alle necessità concrete del vivere sociale. Banalmente, ma è ancora drammaticamente urgente ribadirlo, il medico e la medicina non possono essere gli stessi che hanno causato la mortifera malattia! Capitale e
Stati, per garantirsi la loro sopravvivenza, hanno dichiarato guerra alle loro classi subalterne. Nessuna mediazione, attuata dalla casta privilegiata dei politicanti e sindacalisti di mestiere, può renderci
giustizia. Troppo spesso, in questi ultimi decenni rassegnati alla sola azione di resistenza, si è continuato a recedere, passo dopo passo, a quanto con tanti sacrifici e lotte conquistato.
È ora di invertire la marcia, di tornare ad essere protagonisti del nostro presente e del nostro futuro come acerrimi nemici delle compatibilità economiche dettate da Stati e Capitale. Non diamo
nessuna delega, non vogliamo nessuna rappresentanza politica in nessuno dei loro Palazzi di cui non sappiamo che farcene. Vogliamo riappropriarci del benessere sociale che noi stessi produciamo con il
nostro lavoro! Vogliamo socializzare e autogestire strumenti, mezzi e metodi di produzione e consumo. Solo così potremmo garantirci il futuro di cui abbiamo diritto!
Al mondo del lavoro salariato e precario proponiamo di lottare nell’immediato per:
• Garantire ad ogni persona una occupazione lavorativa con contratto a tempo indeterminato rifiutando ogni deroga peggiorativa del contratto collettivo nazionale;
• Drastica riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario (lavorare meno – lavorare tutti);
• Abolizione di tutte le leggi che istituiscono la precarietà (“pacchetto Treu” e legge 30);
• Abolizione di tutta la legislazione antisciopero – lo sciopero è uno strumento di lotta dei lavoratori e delle lavoratrici e solo loro possono determinare in quale modo farne uso;
• Nei posti di lavoro dare avvio alla costituzione di comitati di delegati eletti dall’assemblea generale con il solo mandato esecutivo su quanto deliberato dall’assemblea stessa;
• Nei luoghi di lavoro considerati in crisi o in chiusura dar vita a forme di esproprio e di autogestione diretta da parte di chi ci lavora.
NOI LE VOSTRA CRISI E I VOSTRI DEBITI NON LI VOGLIAMO PAGARE!!
COSTRUIAMO, A PARTIRE DAI NOSTRI POSTI DI LAVORO, NELLE STRADE, PIAZZE E QUARTIERI DELLE NOSTRE CITTA’, UN VERO E GRANDE SCIOPERO GENERALE!!!
UNIONE SINDACALE ITALIANA – A.I.T. Sezione di Milano
Sedi: Sez. Ticinese - Via Torricelli 19 tel. 0289415932; Sez.
Martesana - Via Treviso 33 Tel 0289919073 Tel 3406055786 Fax
0240044537 email martesana.mi@usi-ait.org
Siti Web: www.usi-ait.org www.lottadiclasse.org
f.i.p. Milano, ottobr
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