12.01.2010

DALLA PARTE DEGLI STUDENTI

Siamo dalla parte degli studenti e dei lavoratori della scuola, come siamo dalla parte degli immigrati, dei precari, dei lavoratori, dei disoccupati, di tutti quelli che lottano per un reddito decente e contro la devastazione ambientale Macerie e spazzatura, miseria e ignoranza, corruzione e arroganza dei poteri sono sempre più i simboli della società dello sfascio e della crisi che si sta affermando. La scuola non fa eccezione, affonda come il resto della società.


Il movimento degli studenti e dei lavoratori dell’istruzione contro la riforma Gelmini – così come quello degli immigrati contro la sanatoria - sta comunque lasciando il segno e lanciando un segnale ben preciso: solo le lotte condotte in prima persona e fondate sull’azione diretta - senza illusioni politiciste, né tantomeno elettoraliste - possono rilanciare una efficace risposta contro l’attacco che ogni giorno subiamo e prefigurare un fronte solidale fra tutti quelli che questo attacco vogliono respingere in nome della solidarietà e dell’emancipazione sociale.

La scuola, l’istruzione dovrebbero trasmettere valori fondanti di una società giusta, senza disuguaglianze, né discriminazioni. Oggi, e non solo da oggi (Gelmini è la continuatrice dell’opera di Fioroni e di quelli che li hanno preceduti), le si vuole prostituire ai disvalori del profitto, dell’arrivismo, del privilegio, che dominano in tutta la società.

Contrastare queste logiche è possibile, le lotte di questi giorni lo stanno dimostrando. Sconfiggerle è più difficile, serve l’unità di intenti, d’azione e anche organizzativa tra tutti quelli che operano, vivono e gravitano nella e intorno alla scuola (lavoratori dell’istruzione, studenti, famiglie) superando i particolarismi, i settorialismi e i corporativismi.

Serve anche e soprattutto uscire dalla dicotomia scuola di Stato – scuola privata e iniziare a organizzare – nella scuola come nella società – ambiti di attività pubbliche non-statali, autogestite, solidali e interconnesse.

L’emancipazione sociale non è utopia, è la pratica della costruzione di pezzi di società completamente altri rispetto all’esistente, che abbiano la forza dell’esempio e la capacità di funzionare per il bene di tutti, invece dello sfascio, dello spreco e dell’ingiustizia che ci circondano.

Segreteria nazionale USI-AIT

www.usi-ait.org

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