1.30.2011

Ancona 28 gennaio 2011.


Circa 7000 partecipanti allo sciopero generale indetto dalla FIOM dai COBAS e dall’UNIONE SINDACALE ITALIANA-USI\AIT. L’iniziativa è stata preceduta, nella notte precedente, dal presidio, a Jesi, dinanzi ad una delle più grosse fabbriche metal meccaniche della provincia di Ancona.

L’appuntamento dello spezzone rosso\nero era fissato per le 9,30 all’area della Fiera della Pesca di Ancona (zona Mandracchio) e all’invito hanno aderito una ottantina di compagni, lavoratori (metalmeccanici e settore pubblico), pensionati, disoccupati, studenti tutti dietro uno striscione in solidarietà con le lotta del popolo tunisino. La sua collocazione naturale, come di consueto in mezzo alle rappresentanze operarie.


Il corteo si è snodato per le vie della città ravvivato solo da qualche slogan riferito alla situazione di rivolta internazionale e dalla fermata sotto la sede del PDL locale anticipatamente presidiata dalle forse del disordine, per concludersi poi ritualmente nell’area portuale, in qualche ragionamento spacciata come occupazione.

Il volantino della nostra Unione è stato affisso ingrandito in più esemplari sulla vetrata della nostra sede (collocata in una zona frequentatissima della città) ed è circolato in molte liste locali.

Localmente abbiamo aderito ad un volantino (distribuito in circa 800 copie) tutto riferito alla situazione locale il cui testo riteniamo sia utile pubblicare di seguito.

che stiamo correndo il rischio di diventare diabetici.
Quanto è dolce questo capitalismo lo sanno tutti quelli che pagano sulla propria pelle la crisi indotta dai padroni, dalle banche, dagli speculatori e dall’apparato statale:
- i lavoratori di tutti i principali settori produttivi della regione (mobiliero nel pesarese, cantieristico in Ancona e Fano, metalmeccanico e cartaio da Fabriano a Jesi, calzaturiero e chimico nel maceratese, fermano e ad Ascoli);
- i lavoratori del settore pubblico (aumenti contrattuali bloccati per tre anni e limitazioni al diritto di sciopero);
- i disoccupati e i precari della scuola (solo quest’anno circa 1.000 posti in meno in tutta la regione);
- i migranti che muoiono asfissiati nei container dei camion nell’area portuale di Ancona, sempre più militarizzata, baluardo di una regione che si candida – sempre con il “governatore“ Spacca - alla organizzazione e gestione di una macroregione adriatica.
Ingrassa la rendita parassitaria e speculativa e chiudono i posti di lavoro, scarseggia il denaro ma aumentano in modo esponenziale i luoghi dove spenderlo (nel fermano chiudono la conceria Sacomar e lo Zuccherificio ex Sadam e poco dopo aprono due centri commerciali), così come gli sportelli bancari (guardate cosa c’è in Ancona in Via Martiri della Resistenza). Interviene anche la Chiesa che partecipa alla soluzione della crisi dell’area portuale anconetana proponendo un bel congresso eucaristico in un cantiere navale presumibilmente deserto. Non ci si fa mancare proprio nulla!
La nostra presenza oggi, come lavoratori e come anarchici, allo sciopero generale indetto dalla FIOM, dai COBAS, dalla CUB, dall’UNICOBAS e dall’Unione Sindacale Italiana-USI\AIT è contro l’attacco generalizzato alle condizioni di vita e contro le limitazioni alla libera circolazione degli esseri umani. Partecipiamo per ribadire il diritto di tutti i lavoratori e non (metalmeccanici compresi) a scegliere liberamente le forme della propria rappresentanza, a esprimere le proprie rivendicazioni, con le modalità di lotta che si riterranno necessarie.
Le miserie del capitale e il modello Marchionne che è passato a Mirafiori e che cercheranno di estendere in tutto il mondo del lavoro pubblico e privato, primo fra tutti attraverso la balcanizzazione del contratto nazionale di lavoro, vanno combattute fin da subito e dappertutto. L’autogestione e l’assemblearismo sono l’alternativa …. un altro mondo è possibile!!
ASSEMBLEA ANARCHICA MARCHIGIANA
UNIONE SINDACALE ITALIANA - USI\AIT

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