1.18.2011

VENERDI’ 28 GENNAIO SCIOPERO GENERALE

CONTRO l’attacco ai lavoratori, al loro diritto di organizzarsi e di scegliere i propri rappresentanti, al loro diritto di rivendicare e di scioperare; PER migliori condizioni salariali, di lavoro e di vita In linea con l’attacco generalizzato che da anni viene portato alla condizione e ai diritti dei lavoratori, degli studenti, dei precari e degli immigrati, dai proconsoli di Berlusconi (da Brunetta a Tremonti, da Gelmini a Sacconi) è arrivato Marchionne, il terminator, a dare l’ultima spallata ai lavoratori. Gli “accordi” di Pomigliano e Mirafiori accordi non sono, ma semplicemente diktat che la Fiat impone ai lavoratori.Il voto al referendum di Mirafiori – che ha approvato di stretta misura l’accordo, molto più stretta che a Pomigliano - dice una cosa molto semplice: quasi la metà dei lavoratori ha respinto nettamente il ricatto, altri hanno ceduto al sì intimiditi e minacciati dall’azienda, dai sindacati collaborazionisti, dalla campagna terroristica dei mass-media padronal-governativi, dalla propaganda di loschi figuri del cosiddetto centro-sinistra, dalle ambiguità della signora Camusso.

Ora in Fiat tutto diventa legittimo: far lavorare gli operai sino allo sfinimento (anche 10 ore al giorno per quattro giorni consecutivi), con pause ridottissime e la mensa spostata a fine turno, il divieto di ammalarsi, quello di scioperare contro l’accordo e l’impossibilità di eleggere i propri rappresentanti, che saranno nominati d’ufficio dai sindacati collaborazionisti che l’avranno firmato (Fim, Uilm, Ugl e il sindacato giallo Fismic). Fuori rimane la Fiom che non l’ha sottoscritto, così come i sindacati di base.
 
Ma la Fiom, bisogna dirlo chiaro e senza equivoci, è vittima più di se stessa che di Marchionne avendo, da anni, cogestito un sistema di relazioni sindacali fondato sulla sistematica esclusione dai diritti di rappresentanza del sindacalismo conflittuale e alternativo.

Se proclamiamo questo sciopero non è dunque a difesa dei diritti della Fiom, ma del diritto dei lavoratori a scegliere liberamente le forme della propria rappresentanza, a esprimere le proprie rivendicazioni, con le modalità di lotta che riterranno necessarie.

Il modello Marchionne, che è passato a Mirafiori, si cercherà di estenderlo negli altri stabilimenti Fiat, nel suo indotto, ma anche fuori, nelle altre aziende, in tutto il mondo del lavoro.

Questo modello va combattuto fin da subito e dappertutto ed è per questo che invitiamo tutti i lavoratori a scioperare, tutti gli studenti, i precari, i disoccupati, tutti quelli che subiscono miseria, sopraffazione, emarginazione, a manifestare con forza e determinazione. Perché il modello-Fiat potrebbe diventare il modello sociale futuro dove i diritti, anche quelli più elementari, saranno sempre più l’elemosina dei padroni.

La Segreteria Nazionale USI-AIT

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